La mia storia: MARIA ANTONIETTA ROSITANI
Donne come Maria Antonietta sono esempi straordinari, capaci di guardarsi ancora una volta allo specchio, vedendosi con occhi nuovi ancora più belle di prima.
Nel 1999 conobbi il mio marito e fu subito un grande amore. Da questo amore nacquero due figli, Enni e William. Lui si è dimostrato quello che era subito dopo qualche mese.
Una sera Enni ha detto al padre, ora basta papà, ora la devi smettere, te ne devi andare. Il mio ex marito diede uno schiaffo talmente forte a mia figlia Enni che la fece cadere a terra. A quel punto io vidi solo sangue, chiedo aiuto, lo denuncio.
Arriviamo al 5 gennaio, dopo una notte insonne di botte, mia figlia nell’altra stanza sentiva tutto, non ce l’ha fatta. Andò a chiamare la mia famiglia e a sua volta i carabinieri. La polizia irrompe in casa e trova lui che dà botte a me.
Viene condannato. In appello, però, ahimè gli vengono dati gli arresti domiciliari. Comincia a messaggiarci, a spaventarci. Vado a denunciarlo alla questura, finché il 12 marzo evade dagli arresti domiciliari, mi segue, mi sperona e mi dà semplicemente fuoco.
Arriva la polizia e da lì è incominciata la mia nuova vita. Porto nel mio corpo il 70% delle cicatrici, ma le cicatrici sono il segno che ce l’hai fatta della battaglia. Sono stata allettata venti mesi, inerte in un letto completamente immobile e fasciata.
Ci sono momenti in cui vado a cercare delle piccole parti del mio corpo, normale. Ci sono altri momenti invece che dico “non importa, io mi piaccio così come sono”. Dobbiamo parlare, dobbiamo insegnare ai ragazzi che la pazzia non è violenza, che l’amore non è violenza, che chi ti vuole bene ti accarezza, non ti lascia dividi nel corpo.
Secondo me la bellezza è un qualcosa di interiore. La bellezza va accettata, cioè ognuno di noi siamo così, se noi ci accettiamo allora siamo belli. Oggi mi sento più bella, perché per me oggi la bellezza è tutt’altra cosa.